Le mie guide

Guida pratica alla SEO
per chi inizia

Una delle branche del digital marketing maggiormente importante per i possessori di un sito internet o e-commerce è di sicuro la SEO, il cui scopo primario consiste nello scalare in maniera organica, vale a dire in modo naturale e non artefatto le posizioni sui motori di ricerca, a partire da Google.

Se sei qui forse è perchè hai sentito dire che la SEO è essenziale per aumentare il traffico e l'autorità del tuo sito, ottenere maggiori lead e vendite, e ti sei messo alla ricerca di una guida che ti permetta di comprendere come funziona la SEO e come ottimizzare il tuo sito per i motori di ricerca.Premessa. Per avere successo con la SEO non esiste una formula segreta.

La SEO non riguarda trucchi magici o manipolare gli algoritmi di ricerca. Ma ciò di cui hai veramente bisogno è una comprensione approfondita di quello che le persone vogliono quando effettuano una ricerca e perché lo vogliono (o ne hanno bisogno).

Sappi che Google modifica continuamente i suoi algoritmi di ricerca e per questo motivo quando si parla di SEO non ci si può mai rilassare e non è sempre facile rimanere aggiornati, ed è proprio a causa dei continui aggiornamenti che non c'è alcuna garanzia che le pratiche SEO che funzionano oggi continueranno a funzionare in futuro.

Il fatto che non ci siano grandi segreti è ciò che rende la SEO così difficile. E non siamo noi a stabilire le regole, ma i motori di ricerca.

Detto questo, la ricerca organica è uno dei canali di marketing più redditizi che esistano, se sei disposto a investirci. Più alto è il posizionamento del tuo sito, più visibile sarà la tua attività e più traffico e vendite è probabile che generi.

Questa guida approfondita contiene le nozioni SEO in modo da poter migliorare il modo in cui i tuoi contenuti vengono visualizzati nei risultati di ricerca e ottenere più traffico, lead e vendite.Visto che ci sono molte informazioni e argomenti, ho messo insieme un sommario in modo che tu possa saltare direttamente al punto che preferisci.

Quando raggiungerai la fine di questa guida, avrai una solida comprensione di cos'è l'ottimizzazione per i motori di ricerca, perché è importante e come ottenere ottimi risultati in un settore in continua evoluzione.

Indice Contenuti

CAPITOLO 1

Cos'è la SEO ?

SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization (in italiano, ottimizzazione per i motori di ricerca) ed è il processo che permette di migliorare il posizionamento nei motori di ricerca delle tue pagine web in modo che queste appaiano più in alto all'interno dei risultati di ricerca, portando più traffico al tuo sito.

I processi di ottimizzazione dei motori di ricerca mirano ad aumentare il traffico organico. In parole povere, il traffico organico è quello che ottieni quando gli utenti arrivano sul tuo sito dopo avere fatto clic su un link apparso nei risultati di ricerca. Ciò è in contrasto con il traffico a pagamento, che proviene dagli annunci.

La maggior parte della SEO si concentra sull'ottimizzazione per il motore di ricerca di Google, che domina il mercato complessivo della ricerca con una quota di oltre il 90%. Tuttavia, è anche possibile ottimizzare per altri motori di ricerca come Bing, Yandex, Baidu e altri.

Raggiungere la prima pagina di Google è il sogno di tutti i possessori di un sito, perché vuol dire poter beneficiare di una maggiore visibilità nel mondo del web e, conseguentemente, di essere più appetibili agli occhi degli utenti che, va ricordato, sono sempre e comunque potenziali clienti.

Piazzarsi nella prima pagina dei motori di ricerca è, come detto, sinonimo di maggiore visibilità: ciò si traduce nell’aumento sensibile delle visite sul sito internet. Più traffico vuol dire avere maggiori opportunità di incrementare le vendite online e la propria quota di mercato, a discapito dei concorrenti che, indipendentemente dal settore di riferimento, oggigiorno si dimostrano sempre più agguerriti.

Un egregio lavoro di ottimizzazione dei motori di ricerca giova di fatto non solo all’aspetto economico di un’attività, ma anche alla notorietà del brand.

CAPITOLO 2

Come Funziona la SEO ?

Soffermiamoci a questo punto sulla logica di funzionamento della ricerca Google, aspetto di vitale importanza in ottica SEO. Nella circostanza in cui un utente ricerchi informazioni sul motore di ricerca tramite il Colosso di Mountain View, nella maggior parte dei casi non va mai oltre la prima pagina dei risultati.

Nell’immaginario collettivo degli specialisti SEO c’è una frase che è molto nota:

"il luogo più sicuro per nascondere un cadavere è la seconda pagina di Google".

Il motivo di fondo è che le aspettative degli utenti indicano chiaramente che i risultati migliori sono proprio nella prima pagina dei risultati.

Per capire meglio come funziona la SEO per migliorare la posizione in classifica all'interno della ricerca, occorre scomporla un po' e capire innanzitutto cos’è il ranking di ricerca.

Che cos'è il ranking di ricerca?

Quando nella SEO si parla del ranking di ricerca, ci si riferisce alla posizione dei contenuti nelle pagine dei risultati di ricerca (SERP).

Se hai una pagina in prima posizione, questa apparirà per prima nella parte superiore della pagina a meno che per quella ricerca non ci sia un risultato a pagamento (un annuncio) o un featured snippet. Ma di questo te ne parlerò più avanti.

Risultati a pagamento all'interno della ricerca

Idealmente, quando si crea un contenuto si spera che questo appaia tra i primi tre risultati di ricerca. Questo perché quelle posizioni ottengono quasi la metà dei clic nelle SERP e come detto, più clic significa ricevere più traffico e ottenere più lead e maggiori probabilità di vendite.

Anche se la tua pagina web non è tra le prime tre, devi comunque considerare un buon risultato se compare nella prima pagina. In caso contrario, stai perdendo sicuramente traffico organico, poiché il 95% delle persone guarda solo la prima pagina delle SERP.

Come funziona la ricerca di Google?

Per capire la SEO, devi comprendere anche come funziona la ricerca su Google.

Google mira a fornire risultati di ricerca pertinenti come parte del suo tentativo di "organizzare le informazioni sparse nel mondo del web e renderle accessibili e utili".

Ma per fare ciò, il motore di ricerca deve sapere quali informazioni sono disponibili. Ecco come funziona questo processo.

Le persone di solito digitano o pronunciano parole relative a ciò che stanno cercando. Queste sono chiamate keyword (parole chiave) e, come vedremo più avanti, sono una parte importante della SEO.

Se si effettua una ricerca "vestiti su misura Milano" non ci si attende di trovare il sito di un negozio che vende solo scarpe. Analogamente, se di digita "bed and breakfast a Roma" non ci si aspetta di essere rimandati al sito di un albergo a tre stelle.

Come viene creato l'indice di Google

Per comprendere ancora più a fondo la logica di funzionamento della ricerca Google, è bene citare alcuni passaggi chiave:

  • Scansione:

Nella fase di scansione, decisivo è il ruolo di GoogleBot.

Di cosa si tratta? Del crawler di Google deputato a scansionare i contenuti del mondo del web. L’intento principale verte sull’effettuare la scoperta di nuove pagine web, pronte per essere inserite all’interno degli indici.

In tutte le occasioni in cui il crawler di Google si occupa di scansionare una pagina web, procede subito alla verifica del Document Object Model (DOM) per esaminarne a fondo la struttura.

La scansione viene suddivisa in diverse istanze, perché per Google procedere quotidianamente alla scansione di tutto il World Wide Web si rivelerebbe una procedura eccessivamente costosa, ma soprattutto disarticolata.

Infine, è opportuno precisare che le procedure di scansione dei siti web non coinvolgono il 100% delle pagine perchè potrebbero esserci innumerevoli esclusioni: i filtri antispam e le direttive Disallow all’interno del file Robots.txt sono alcuni dei più classici esempi al riguardo.

  • Indicizzazione

Trattasi dell’operazione mediante la quale il motore di ricerca va a includere le pagine web all’interno dei suoi indici che non sono altro che archivi contenenti tutte le informazioni relative alla pagine web precedentemente scansionate dal Crawler.

Nell’evenienza in cui l’utente porti a termine un’interrogazione di ricerca, viene ultimato il recupero dei dati. Nella fase in questione, si verifica l’indicizzazione dei contenuti.

  • Pubblicazione dei risultati di ricerca

Google deve applicare diversi algoritmi per catalogare le pagine web, prima ancora di stabilire quelle che verranno prelevate dall’indice e visualizzate dagli utenti, una volta che la ricerca di turno verrà completata.

Nel pubblicare i risultati di ricerca, tenendo conto del posizionamento, vale a dire, dell’ordine della loro restituzione, vi sono alcune fasi meritevoli di attenzione.

La prima risulta strettamente connessa allo scopo di fondo che l’utente ha nella fase di ricerca. Cosa gli serve in sostanza?

La seconda, invece, ruota tutta attorno alla capacità di individuare le pagine web pertinenti, in base alle parole chiave digitate dal diretto interessato.

La terza e ultima si focalizza sulla restituzione delle pagine web, classificate per rilevanza e per importanza, dove rilevanza vuol dire il livello con cui il contenuto di una pagina web coincide con i reali propositi dell’utente.

Tutto risulta incentrato su algoritmi di natura complessa che considerano una miriade di fattori determinanti nello stabilire la rilevanza e l’importanza di ognuna delle pagine web.

Occorre evidenziare, però, che gli algoritmi sono in costante evoluzione, perché Google è costantemente attivo e deve sempre restituire agli utenti i migliori risultati possibili.

Ovviamente, conoscere la logica di funzionamento al 100% dei suddetti algoritmi è cosa complessa. Tuttavia, chi lavora nel ramo della SEO ha una panoramica molto chiara in riferimento alla pubblicazione dei risultati di ricerca e del rispettivo posizionamento.

Comprendere le valutazioni della qualità di ricerca di Google

Un'altra parte importante del processo di ricerca è la qualità dei contenuti.

Google ha algoritmi che valutano la qualità della ricerca, e alcuni fattori che ne determinano la valutazione riguardano:

  • Quanto è stato scritto in modo esperto, autorevole e affidabile il contenuto;
  • Quantità e qualità dei contenuti presenti sul sito;
  • Informazioni presenti sul sito, incluso il proprietario del sito;
  • Reputazione (autorevolezza) del sito web;

Queste linee guida aiutano Google a decidere quali risultati sono più pertinenti, utili e affidabili. I risultati più rilevanti appariranno per primi nelle SERP, mentre i risultati meno rilevanti verranno mostrati in seguito.

Quando fai SEO, non solo aiuti gli spider di Google a scansionare e comprendere i tuoi contenuti, ma gli comunichi anche che i tuoi contenuti sono pertinenti a determinate query di ricerca, in modo che le tue pagine vengano visualizzate nei corretti risultati di ricerca.

Come controllare il posizionamento dei contenuti nei motori di ricerca

Uno dei primi passi per migliorare la SEO è sapere da dove stai partendo. Ciò significa controllare il posizionamento del tuo sito e dei tuoi contenuti nei motori di ricerca.

Ecco un paio di modi per farlo.

Il modo più semplice è quello di cercare i termini per i quali intendi classificarti. Per farlo, apri prima una finestra del browser in incognito e poi effettua una ricerca su Google utilizzando i termini che pensi che i tuoi clienti useranno per trovare il tuo sito, successivamente controlla i risultati.

Ma cosa succede se hai un sito di grandi dimensioni e vuoi trovare altri termini per i quali potresti essere classificato?

In tal caso, dovrai utilizzare uno strumento di terze parti. Un toolkit che utilizzo molto è SEMrush, che include una varietà di strumenti per la SEO, il content marketing e la ricerca a pagamento.

Per trovare il posizionamento delle keyword delle tue pagine con SEMrush, vai a SEO Toolkit > Ricerca organica e digita il tuo nome di dominio. Una volta apparsa la dashboard, scorri verso il basso fino alla voce "Principali keyword organiche" per vedere per quali parole chiave si posizionano i tuoi contenuti e qual è la loro posizione in classifica.

Risultati ricerca organica SEMrush
CAPITOLO 3

SEO White Hat e Black Hat

Potresti già aver sentito i termini SEO White Hat e SEO Black Hat.

La SEO White Hat
rappresenta le pratiche di ottimizzazione per i motori di ricerca che rispettano le linee guida di Google e mirano a migliorare la visibilità di un sito web nei risultati di ricerca in modo etico e naturale. Si tratta di un approccio a lungo termine che mira a creare contenuti di qualità e a costruire relazioni con gli utenti e i clienti potenziali.

La SEO Black Hat
, al contrario, è una pratica di ottimizzazione del motore di ricerca che utilizza tecniche ingannevoli o disoneste per migliorare la posizione di un sito nei risultati di ricerca. Queste tecniche possono includere il cloaking (nascondere le parole chiave nel codice in modo che gli utenti non le vedano, ma i motori di ricerca sì), il keyword stuffing e il link buying, e viene spesso utilizzato per ottenere un vantaggio artificiale sui concorrenti.

Tuttavia, queste tecniche sono considerate spam dai motori di ricerca e se le utilizzi il tuo sito verrà penalizzato, danneggiando gravemente la reputazione e la visibilità, e in alcuni casi la completa cancellazione dai risultati di ricerca.

In sintesi, il White Hat SEO si concentra sulla creazione di contenuti di qualità e sulla costruzione di relazioni con gli utenti, mentre il Black Hat SEO mira a ottenere risultati a breve termine utilizzando tecniche ingannevoli o disoneste.

Il motivo per cui ho creato un capitolo e te ne parlo è perchè voglio che tu ti renda conto che non ci sono scorciatoie nella SEO per ottenere risultati in breve termine. E fai attenzione a chiunque ti suggerisca strategie che potrebbero sembrare troppo belle per essere vere.

Se vuoi conoscere quanto tempo impiega la SEO per ottenere i risultati, puoi leggere questo post di approfondimento che ho creato.

CAPITOLO 4

I principali fattori di posizionamento nella SEO

Esistono molteplici fattori che influiscono sul ranking di un sito web o un contenuto, ma su quali siano quelli principali Google è stato chiaro durante un Q&A tenuto da Andrey Lipattsev, Search Quality Senior Strategist di Google:

  • Backlink
  • Contenuto
  • RankBrain, o User Experience

Diamo un'occhiata a questi 3 fattori in modo più dettagliato.

Backlink :

I link sono un segnale di ranking SEO cruciale perché sono ciò su cui è costruito il web. Quando parli di posizionamento sui motori di ricerca, i link che contano sono di 3 tipi:

  • Link in entrata: sono link che il tuo sito riceve da pagine web esterne
  • Link in uscita: sono i link che dalle tue pagine rimandano a fonti esterne
  • Link interni: sono i link all'interno del tuo sito che collegano le tue pagine ai tuoi contenuti

I link in entrata aiutano Google a capire se i tuoi contenuti sono pertinenti e autorevoli. Come accennato, se la tua pagina web riceve un link da un sito che gode di una buona autorevolezza, quel link avrà più valore rispetto a un link da un sito di bassa qualità.

Ma attenzione
, oltre all’autorità del dominio, Google prende in considerazione anche la tematica del sito e gli argomenti che tratta. Al contrario, i link in entrata di bassa qualità possono danneggiare il tuo ranking nella ricerca, quindi cerca di mantenerli al minimo.

Puoi trovare i tuoi link in entrata con Search Console.
Google Search Console è uno strumento gratuito offerto da Google che ti permette di monitorare e gestire la tua presenza sulla Ricerca Google.

Ti consente di verificare l'indicizzazione delle tue pagine, di visualizzare eventuali errori di indicizzazione e di ricevere avvisi relativi alla presenza di malware o a problemi di sicurezza. Inoltre, puoi utilizzare Google Search Console per inviare le sitemap del tuo sito e verificare i dati strutturati, per visualizzare le query di ricerca e per ricevere consigli su come ottimizzare il tuo sito per la ricerca.

Per visualizzare i link in entrata con Search  Console, basta cliccare sulla voce "Link" nel menu di sinistra e comparirà la dashboard con i link esterni (se li hai).

Backilink google search console
Schermata backlink di Google Search Console

Se desideri conoscere di più sul tema backlink, ti consiglio di leggere questo articolo dove ho spiegato cosa sono e perchè sono importanti.

Contenuto:

Il contenuto è il secondo principale fattore di ranking nella SEO ed è importante tanto quanto i link. Come detto, pertinenza e qualità sono due fattori cruciali per il posizionamento nei motori di ricerca.

All'interno dei contenuti vi sono diverse aree da ottimizzare. A parte le parole chiave, che esamineremo nei capitoli successivi, è essenziale capire cosa stanno cercando le persone quando digitano un termine di ricerca. Questo si chiama intento di ricerca.

A volte l'intento è chiaro, come in quei casi quando gli utenti digitano "confronto" o "acquisto".

Ma altre volte, dovrai pensare più attentamente. Ad esempio, se vuoi posizionarti per "appartamento in affitto Milano", potresti pensare che sia una buona idea ottimizzare i tuoi contenuti per le persone che vogliono trasferirsi a Milano. Ma potrebbe anche risultare che le persone che digitano quel termine siano agenti immobiliari alla ricerca di una proprietà.

Se ottimizzi i contenuti per l'intento di ricerca sbagliato, la tua pagina non si classificherà mai.

C'è un'altra cosa. Cioè che anche la lunghezza dei tuoi contenuti può essere importante. Questo perché i contenuti lunghi più di 2000 parole tendono più facilmente a classificarsi tra i primi dieci risultati nelle SERP.

Di solito i contenuti più lunghi ottengono anche più backlink (un altro fattore di ranking) e più condivisioni. Come ti mostrerò tra poco, le condivisioni (i segnali social) possono essere un fattore di ranking indiretto.

Quindi quando pensi alla SEO, non dimenticare di includere all'interno della tua content strategy contenuti di lunga durata.

RankBrain (User Experience):

Il terzo segnale di ranking è l'algoritmo della ricerca di intelligenza artificiale di Google denominato RankBrain e che riguarda l'esperienza dell'utente.

Ci sono tre aspetti importanti che RankBrain considera:

  • Percentuale di clic (CTR): la percentuale di persone che visitano il tuo sito da una SERP;
  • Frequenza di rimbalzo: quante persone lasciano il sito poco tempo dopo aver effettuato l'accesso. Una frequenza di rimbalzo alta significa che gli utenti non hanno trovato ciò che stavano cercando oppure potrebbero essere presenti errori sul sito. Questa metrica che era possibile monitorare con Universal Analytics non è più disponibile con l’introduzione di Google Analytics 4.
  • Tempo di permanenza: per quanto tempo gli utenti rimangono sul tuo sito dopo essere arrivati. Chiaramente, un tempo di permanenza alto è cosa buona, poiché significa che il tuo sito fornisce informazioni appropriate per gli utenti che effettuano una ricerca per quegli argomenti.

Messi insieme, questi fattori indicano a Google come gli utenti interagiscono con il tuo sito e se i tuoi contenuti sono pertinenti con le loro ricerche, il che come detto può influire sul ranking.

Altri fattori di ranking SEO includono il protocollo HTTPS, età del dominio (di solito un dominio vecchio gode di un'authority più alta), velocità di caricamento, compatibilità con i dispositivi mobili, informazioni aziendali e SEO tecnica.

CAPITOLO 5

L'evoluzione degli algoritmi di Google

Google è nato come un progetto di ricerca di Larry Page e Sergey Brin durante il loro percorso di studi presso l'Università di Stanford, in California. Nel 1996, Page e Brin cominciarono a lavorare al loro progetto, chiamato "Backrub", che presto divenne Google.

Inizialmente, il motore di ricerca era ospitato sui server dell'università, ma divenne troppo popolare per essere gestito in questo modo, e nel 1998, Page e Brin decisero di fondare Google come società indipendente e trasferirono il motore di ricerca sui propri server.

Da allora, Google è cresciuto esponenzialmente, diventando una delle aziende più grandi e influenti del mondo. Oggi, il motore di ricerca di Google è utilizzato per trovare informazioni, fare ricerche e navigare in Internet da miliardi di persone in tutto il mondo.

Google ha anche sviluppato molti altri prodotti e servizi, come il sistema operativo Android, il browser web Chrome, il servizio di email Gmail e il popolare servizio di videoconferenza Google Meet.

Inoltre, Google ha acquisito molti altri servizi e società nel corso degli anni, ampliando ulteriormente il suo raggio d'azione e diventando un vero e proprio colosso della tecnologia.

Nonostante le critiche che spesso le vengono rivolte per il suo ruolo dominante nell'ecosistema della tecnologia e dell'informazione, Google rimane un'azienda innovativa e importante per il mondo intero.

L'algoritmo della ricerca di Google è la combinazione di una serie di operazioni che definiscono il modo in cui i link vengono classificati nella pagina dei risultati di ricerca organici e la sua funzione è quella di creare un indice in grado di fornire i risultati nell'ordine più rilevante per ciascun utente.

L'algoritmo adotta una serie di criteri per raggiungere questo obiettivo e negli anni è stato continuamente aggiornato per fornire risultati sempre più rilevanti.

Attraverso questi aggiornamenti, Google ha mirato non solo a migliorare la classificazione dei risultati ma anche ad eliminare o diminuire la posizione di contenuti dannosi e di bassa qualità, che potessero danneggiare l'esperienza dell'utente.

Centinaia di aggiornamenti si verificano ogni anno
, ma alcuni di questi (i Core Update) si distinguono per il loro impatto che hanno nel mondo della SEO. Nell'ultimo decennio, questi sono stati gli aggiornamenti chiave dell'algoritmo di Google:

PANDA (2011):

Ovviamente, Google esiste da molto prima del 2011. Inizio con l'aggiornamento Panda perché è stato il primo importante aggiornamento nell'era della "SEO moderna".

L'aggiornamento Panda di Google ha cercato di gestire i siti Web creati esclusivamente per posizionarsi nei motori di ricerca penalizzando le pagine con contenuti di bassa qualità che facevano uso di pratiche scorrette, tra cui parole chiave eccessive e attività di link farm.

In altre parole, questo aggiornamento determinava se un sito web offriva realmente informazioni sul termine di ricerca utilizzato dai visitatori.

PENGUIN (2012):

Ha penalizzato i siti con backlink di bassa qualità ed ha iniziato a valutare quelli che ricevono link contestualizzati provenienti da siti autorevoli e di alta qualità. In pratica, ha analizzato se i backlink a un sito fossero autentici o se fossero stati acquistati per ingannare i motori di ricerca poiché in passato, molte persone pagavano per ottenere backlink da utilizzare come scorciatoia per migliorare il proprio posizionamento.

Attraverso Penguin, Google ha cercato di scoraggiare l'acquisto, lo scambio o la creazione di backlink artificiali. Se l'algoritmo trova link artificiali, Google assegna un valore negativo al sito interessato, invece del valore positivo che avrebbe ricevuto per un link ottenuto in modo naturale.

HUMMINGBIRD (2013):

Ha migliorato la classificazione dei risultati, concentrandosi su l'esatta corrispondenza tra la parola chiave e l'intento di ricerca dell'utente.

L'aggiornamento di Hummingbird ha visto Google gettare le basi per la ricerca vocale, che stava ( ed è tuttora ) diventando sempre più importante man mano che i dispositivi come Google Home e Alexa la utilizzano.

Hummingbird presta maggiore attenzione a ogni parola che viene immessa nella query, assicurandosi che venga presa in considerazione l'intera frase di ricerca, piuttosto che solo parole particolari. Come mai? Semplicemente per riuscire a capire meglio la domanda di un utente ed essere in grado di potergli dare la miglior risposta, invece di un semplice elenco di risultati.

L'impatto di Hummingbird non è stato immediatamente chiaro, poiché non era direttamente inteso a punire le pratiche black hat. Alla fine, per lo più ha rafforzato l'idea che il contenuto SEO dovrebbe essere leggibile, utilizzare un linguaggio naturale e non dovrebbe essere eccessivamente ottimizzato per le stesse poche parole, ma usare invece sinonimi.

PIGEON (2014):

L'aggiornamento Pigeon ha interessato sia le pagine dei risultati che Google Maps. Ha portato a una localizzazione più accurata, dando la precedenza ai risultati vicino alla posizione dell'utente e mirava inoltre a rendere i risultati locali più pertinenti e di qualità superiore, tenendo conto dei fattori di classificazione organica.

MOBILEGEDDON (2015):

È qui che il mobile friendly è diventato un fattore di ranking.

L'industria SEO ha soprannominato questo aggiornamento "Mobilegeddon" poiché si pensava che avrebbe sconvolto totalmente i risultati della ricerca.

Nel 2015 oltre il 50% delle query di ricerca di Google proveniva già da dispositivi mobili, il che probabilmente ha portato a questo aggiornamento. Il Mobile Update ha dato ai siti ottimizzati per i dispositivi mobili un vantaggio di posizionamento nei risultati di ricerca per dispositivi mobili.

Nonostante il suo drammatico soprannome, l'aggiornamento mobile non ha rovinato all'istante le classifiche, tuttavia è stato un cambiamento importante che ha preannunciato l'importanza sempre crescente dell'ottimizzazione mobile.

RANKBRAIN (2015):

Il suo rilascio ha segnato un altro grande passo per Google perchè ha visto l’utilizzo dell'intelligenza artificiale e machine learning per comprendere meglio le intenzioni di ricerca degli utenti.

Può indovinare parole che non conosce, trovare parole con significati simili e riuscire a offrire risultati pertinenti.

Nel marzo 2016, Google ha rivelato che RankBrain è uno dei tre segnali di ranking più importanti. A differenza di altri fattori di ranking, non puoi davvero ottimizzare la SEO per RankBrain nel senso tradizionale del termine, se non scrivendo contenuti di qualità. Tuttavia, il suo impatto sulle pagine dei risultati è stato innegabile.

MOBILE SPEED UPDATE (2018):

Ha iniziato a considerare le pagine per dispositivi mobile come la versione principale per il ranking.

Google ha implementato questo aggiornamento che ha reso la velocità della pagina un fattore di ranking per le ricerche da dispositivi mobile, come già accadeva per le ricerche da desktop. L'aggiornamento ha interessato maggiormente i siti con una versione mobile particolarmente lenta.

MEDIC (2018):

Questo aggiornamento dell'algoritmo ha suscitato molto scalpore tra i proprietari di siti interessati, portando ad alcuni cambiamenti nella classifica.

Sebbene sia stato colpito un numero relativamente elevato di siti a tema medico, l'aggiornamento non era rivolto esclusivamente a loro e non è del tutto chiaro quale fosse il suo scopo esatto.

Potrebbe essere stato un tentativo di abbinare meglio i risultati alle intenzioni degli utenti, o forse a proteggere gli utenti da informazioni poco affidabili nel campo della medicina.

BERT (2019):

BERT è l’abbreviazione di "Bidirectional Encoder Representation from Transformers" ed è stato annunciato come l'algoritmo che avrebbe portato il "più grande cambiamento degli ultimi cinque anni", e che avrebbe avuto il suo impatto su "una ricerca su dieci".

Ha incorporato un sistema di intelligenza artificiale specializzato nell'elaborazione del linguaggio naturale basato su reti neurali, per comprendere come vengono effettuate le ricerche dagli esseri umani.

BERT è in grado di comprendere il completo contesto di una parola osservando le parole che la precedono e la seguono. In pratica, usa il contesto e le relazioni di tutte le parole in una frase, piuttosto che seguendo l'ordine una per una.

Ciò ha significato un grande miglioramento nell'interpretazione delle ricerche e dell'intento dietro di esse.

BERT è l’abbreviazione di "Bidirectional Encoder Representation from Transformers" ed è stato annunciato come l'algoritmo che avrebbe portato il "più grande cambiamento degli ultimi cinque anni", e che avrebbe avuto il suo impatto su "una ricerca su dieci".

Ha incorporato un sistema di intelligenza artificiale specializzato nell'elaborazione del linguaggio naturale basato su reti neurali, per comprendere come vengono effettuate le ricerche dagli esseri umani.

BERT è in grado di comprendere il completo contesto di una parola osservando le parole che la precedono e la seguono. In pratica, usa il contesto e le relazioni di tutte le parole in una frase, piuttosto che seguendo l'ordine una per una.

Ciò ha significato un grande miglioramento nell'interpretazione delle ricerche e dell'intento dietro di esse.

PAGE EXPERIENCE UPDATE (2021):

Con un lancio graduale durato fino al 2021, l'aggiornamento Page Experience ha introdotto un nuovo segnale di ranking che include "metriche che misurano l'esperienza utente, la velocità di caricamento, l'interattività e la stabilità visiva degli elementi".

In questo aggiornamento, i segnali esistenti dell'esperienza sulla pagina sono stati combinati con i Core Web Vitals, una misurazione dei fattori chiave dell'esperienza dell'utente.

Google ha affermato che questi nuovi fattori di Page Experience non sono ancora così importanti come "avere contenuti fantastici e pertinenti". Inoltre, Google ha aggiunto all'interno di Search Console strumenti dedicati per aiutarti a monitorare i Core Web Vitals, la Page Experience e apportare miglioramenti.

HELPFUL CONTENT (2022):

L’ultimo aggiornamento ha portato una maggiore attenzione alla qualità dei contenuti che vengono visualizzati nei risultati di ricerca.

Questo aggiornamento premia i contenuti 'people-first', ovvero i contenuti che rispondono realmente alle domande degli utenti e forniscono un'esperienza soddisfacente.

L'impatto iniziale sui risultati di ricerca è stato sottile, ma Google ha chiarito che non si tratta di una tantum. L'aggiornamento dei contenuti rappresenta uno sforzo continuo per riordinare le SERP, eliminando i risultati di bassa qualità per far posto a risultati più autorevoli.

Questo aggiornamento interessa in particolare i siti con molti contenuti di bassa qualità, che di conseguenza potrebbero essere penalizzati con un rendimento inferiore nella ricerca.

CAPITOLO 6

La SEO On-Page &
SEO Off-Page

Le attività SEO generalmente si suddividono in due gruppi: SEO on-page e SEO off-page.

  • La SEO on-page si riferisce ai fattori e tecniche SEO incentrate sull'ottimizzazione degli aspetti del tuo sito che sono sotto il tuo controllo.
  • La SEO off-page sono invece i fattori e le strategie SEO incentrate sulla promozione del tuo sito o del tuo brand sul web.

In sostanza, la SEO on-page riguarda la creazione di un sito web volto ad attirare l’attenzione degli utenti e, quindi, i motori di ricerca, mentre la SEO off-page riguarda il miglioramento della notorietà di un sito web attraverso la creazione di fiducia e autorità per i contenuti presenti.

La SEO On-Page:

Come appena accennato, la SEO on-page sono le attività che esegui sul tuo sito web con l’obiettivo di migliorarne la posizione nei risultati dei motori di ricerca.

Quando pensi alle attività "base" per l’ottimizzazione per i motori di ricerca, come ad esempio le parole chiave, i tag HTML, i title page e la compatibilità con i dispositivi mobili, stai pensando alla SEO on-page.

Questa parte della SEO consiste nel garantire che il contenuto del tuo sito web possa essere scansionato, indicizzato e compreso dai motori di ricerca.

La SEO on-page comprende anche tecniche per il miglioramento della User Experience (l’esperienza degli utenti) che visitano il tuo sito. Visto che i motori di ricerca come Google tendono a consigliare agli utenti i migliori siti web, rendere il tuo sito "appetibile" per le persone che lo visitano è anche questa una parte importante della SEO on-page.

I fattori che possono influire sulla SEO on-page includono:

  • I Core Web Vitals
  • Velocità di caricamento della pagina
  • Ottimizzazione per i dispositivi mobile
  • I Title Tag
  • Meta Description
  • Qualità dei contenuti
  • Heading Tag ( le intestazioni H1, H2, H3 ecc…)
  • Alt Text alle immagini
  • Link interni

La SEO Off-Page:

La SEO off-page è la raccolta di strategie, tattiche e altre attività che intraprendi per promuovere i tuoi contenuti su siti di terze parti in tutto il web.

Molto probabilmente avrai già sentito parlare di SEO off-page nel contesto della creazione di backlink al tuo sito web. È vero che i backlink sono molto importanti, ma c'è molto di più nella SEO off-page oltre ai semplici link.

I fattori della SEO Off-Page comprendono:

  • Backlink
  • Social Media
  • Citazioni del tuo sito o del tuo brand
  • Google My Business

Ricorda che una buona strategia SEO non consiste nello scegliere tra SEO On-Page e SEO Off-Page. Sarebbe come cercare di decidere se mettere pneumatici o un motore nella tua auto: hai bisogno di entrambi per arrivare dove vuoi andare.

Tuttavia, la SEO funziona meglio se prima di dedicare troppo tempo e fatica (per non parlare del denaro) alla creazione di link o alla promozione del tuo sito sui social media, vengono effettuate le ottimizzazioni SEO On-Page.

CAPITOLO 7

Comprendere le Parole chiave e l'intento di ricerca

Prima di addentrarci nel capitolo, occorre fare luce su alcuni termini:

  • Le parole chiave (keyword) sono parole o frasi che descrivono di cosa trattano i tuoi contenuti e cosa cercano le persone;
  • La ricerca delle parole chiave si riferisce alla ricerca di determinati termini o sinonimi in modo da poterli utilizzare correttamente nell'ottimizzazione dei contenuti e nella SEO in generale;

Perché fare ricerca per parole chiave?

La ricerca per parole chiave può aiutarti:

  • A identificare gli argomenti che il tuo pubblico di destinazione sta cercando;
  • A comprendere cosa vogliono veramente le persone quando inseriscono determinati termini di ricerca;
  • Ti aiuta a individuare i termini che i competitor prendono di mira in modo da poter battere la concorrenza;
  • Aiutarti a semplificare e indirizzare tutte le attività di marketing;

Parleremo di più su come utilizzare le parole chiave nel capitolo successivo, ma per ora concentriamoci sul processo di ricerca.

Prima di farlo, diamo un'occhiata ad alcuni differenti modi di pensare alle parole chiave. Come detto, è utile pensare a ciò che gli utenti intendono trovare quando digitano una determinata parola o frase. Questo processo si chiama intento di parola chiave, che è simile all'intento di ricerca.

Comprendere l’intento delle parole chiave

Esistono quattro modi per classificare l'intento di ricerca:

  • Navigazionale: quando l'utente cerca di trovare un determinato sito;
  • Informativo: quando viene cercata una risposta a una domanda;
  • Investigativo: si riferisce alle ricerche pre-acquisto di un prodotto o servizio;
  • Transazionale: quando gli utenti sono intenzionati ad acquistare;

Idealmente, sarebbe opportuno ottimizzare i tuoi contenuti per tutti questi tipi di ricerche e in base alle differenti buyer persona.

Se non sai cosa sono le buyer persona e vuoi approfondire l'argomento, dai uno sguardo a questo articolo.

Le tipologie di parole chiave

Un altro modo che puoi utilizzare per la ricerca delle parole chiave è quello di raggrupparle come parole chiave head, body e longtail:

  • Le parole chiave head sono generalmente non più di 1 o 2 parole, ed hanno un volume di ricerca elevato.
  • Le parole chiave body sono in genere frasi composte da 2 o 3 parole con un volume di ricerca medio.
  • Le longtail (parole chiave a coda lunga) sono frasi di quattro o più parole con un volume di ricerca basso. Ricorda che la maggior parte del traffico web proviene da parole chiave a coda lunga.

Altri modi per descrivere questi tipi di parole chiave sono head, modifier e tail o parole chiave short, medium e longtail.

Google ha anche il suo modo di segmentare le query di ricerca, come spiegato da Moz in un suo vecchio articolo:

Le linee guida di Google sulla valutazione della qualità per la ricerca elencano quattro differenti tipologie di ricerche:

  • Know (trovare informazioni) o Know Simple (trovare risposte specifiche);
  • Do (esecuzione di un'azione), inclusa l'azione da dispositivo (come l'installazione di un'app mobile dopo una ricerca);
  • Sito web (trovare e visitare un sito);
  • Visit-in-person (azioni fisiche basate sui risultati di ricerca, come andare al ristorante);

Parole chiave LSI

Altri due termini che le persone usano per le parole chiave sono parole chiave LSI o parole chiave semantiche. LSI è l'acronimo di latent semantic indexing e rappresenta una sorta di associazione intelligente di parole che i motori di ricerca usano per capire cosa mostrare agli utenti.

Questo può aiutare i motori di ricerca a decidere se quando un utente cerca informazioni su "Titanic" deve mostrare i risultati per il film o la nave.

Come vedrai di seguito, puoi vedere le parole chiave LSI in azione in qualsiasi ricerca con completamento automatico.

Nella prossima sezione ti spiegherò come trovare le parole chiave LSI e come integrarle nella tua content strategy.

Qualunque sia il modo in cui scegli di classificare le parole chiave, uno dei passaggi più importanti nella SEO è la ricerca delle parole chiave.

Come iniziare la ricerca delle parole chiave

Un ottimo punto di partenza per la ricerca di parole chiave inizia semplicemente dal tuo cervello. Inizia facendo brainstorming e pensando al tipo di informazioni di cui i tuoi visitatori hanno bisogno.

Per aiutarti, crea un foglio di calcolo per tracciare le parole che ti vengono in mente e tienilo a portata di mano durante il processo di ricerca delle parole chiave.

Esistono molti modi per trovare parole chiave per la SEO. Uno dei più semplici è utilizzare la funzione di completamento automatico in Google iniziando a digitare appariranno le frasi suggerite che potrebbero essere parole chiave da prendere in considerazione.

Puoi anche completare una ricerca e guardare i termini che compaiono nella casella "ricerche correlate" nella parte inferiore delle SERP.

Entrambi questi metodi ti forniranno delle parole chiave LSI o semantiche di cui ti ho parlato in precedenza.

Ma se desideri avere maggiori dettagli come il numero di ricerche mensili e il livello di competizione, puoi utilizzare strumenti di terze parti dedicati per trovare le parole chiave da utilizzare per la tua strategia.

Ecco alcuni dei migliori tool per effettuare la ricerca di parole chiave. Molti di questi vanno ben oltre i semplici dati sulle parole chiave, e ti offrono strumenti per aiutarti ad analizzare diversi aspetti per le tue attività di marketing:

  1. Ahrefs
  2. Semrush
  3. Seozoom
  4. Moz Keyword Explorer
  5. SE Ranking
  6. Answer the public
  7. Strumento per la ricerca delle parole chiave di Bing Webmaster Tools
  8. Strumento per la ricerca delle parole chiave di Google Ads
  9. Google Trends
  10. Ubersuggest
CAPITOLO 8

Come utilizzare le parole chiave

Il passaggio successivo consiste nel creare o ottimizzare i contenuti per le parole chiave trovate.

Una buona pratica è ottimizzare ogni pagina o contenuto per una singola parola chiave target e utilizzare parole chiave LSI all'interno del contenuto.

Non utilizzare mai la stessa parola chiave target più di una volta all'interno del tuo sito, altrimenti le tue pagine entreranno in competizione tra loro per quella parola chiave e dovrai intervenire impostando una delle due come pagina canonica.

Un buon punto di partenza quando si utilizzano le parole chiave è identificare le pagine o contenuti esistenti che possono essere ottimizzati.

Una volta che hai la tua bella lista piena di parole chiave, ci sono diversi posti dove utilizzarle all'interno dei contenuti. Ecco alcuni dei più importanti.

1. Titoli delle pagine

I titoli delle pagine sono la prima voce dei risultati di ricerca e indicano sia a Google che agli utenti di cosa tratta la tua pagina.

A volte, il titolo della pagina e il titolo SEO sono gli stessi, ma è anche possibile modificare il titolo SEO con l'utilizzo di plugin con l'intento di ottenere un migliore posizionamento nella ricerca.

Per ottenere buoni risultati, posiziona le parole chiave target all'inizio o subito dopo il titolo della pagina cercando di rimanere tra i 30 e 60 caratteri. Ciò lo renderà più pertinente e garantirà che sia visibile anche su schermi piccoli.

Non sacrificare mai la leggibilità per il posizionamento delle parole chiave: ricorda che il contenuto va creato prima per le persone.

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Titolo Pagina


2. Meta descrizioni

Le meta descrizioni (meta descriptions) vengono visualizzate sotto il titolo di un risultato di ricerca.

Meta Descrizione

Le meta descriptions descrivono il contenuto e offrono un altro modo per invogliare gli utenti a fare clic sul link. Non sono più un fattore di ranking, ma aiutano Google a capire se i tuoi contenuti sono pertinenti per una query.

Assicurati di creare meta descriptions con una lunghezza di 155-160 caratteri perchè oltre questa soglia Google tronca lo snippet.

3. Sottotitoli

I migliori contenuti sono quelli in grado di essere scansionati, perché è così che le persone leggono.

L'utilizzo di parole chiave nelle intestazioni dei sottotitoli indica ai lettori che i tuoi contenuti sono pertinenti a ciò che stavano cercando. In altre parole, dice ai tuoi utenti che sono nel posto giusto.

Le parole chiave nei sottotitoli aiutano anche Google a capire di cosa tratta il tuo contenuto e puoi utilizzare anche qui le parole chiave LSI.

4. Contenuto

Come accennato in precedenza, utilizzare parole chiave e varianti LSI all'interno del contenuto può aiutarti a migliorare il ranking di ricerca. Ma devi sapere che sbagliare può danneggiare il tuo ranking.

Cosa intendo per sbagliare?
Significa che devi evitare è il keyword stuffing, ovvero l'uso eccessivo della stessa parola chiave nel tentativo di gonfiare artificialmente le classifiche. Ricorda, Google ODIA questa pratica.

Quindi, come farlo bene? Di seguito trovi dove dovresti inserire le parole chiave in modo da ottenere un risultato migliore:

  • Nei primi 150 caratteri del tuo contenuto;
  • All'interno del contenuto, variando la forma con l'utilizzo delle parole semantiche;

Come ottimizzare i contenuti per gli snippet in primo piano:
Una cosa che non puoi ignorare quando ottimizzi i contenuti sono gli snippet in primo piano. Potresti già avere visto uno snippet in primo piano durante una ricerca, ed hanno questo aspetto:

Snippet in primo piano

Gli snippet appaiono nella parte superiore dei risultati di ricerca per dare risposte immediate alle domande degli utenti. Alcuni SEO chiamano questa posizione come "posizione zero".

Google genera gli snippet estrapolando automaticamente le informazioni necessarie dai contenuti. Per aumentare le probabilità di ottenere uno snippet in primo piano, prova a:

  • Rispondere alle domande;
  • Utilizzare le domande come titoli delle intestazioni;
  • Creare risposte dalla giusta lunghezza, pertinenti e corrette (circa 29 parole);
  • Includere elenchi o tabelle all'interno della risposta;
  • Fornire contenuti per parole chiave che dispongono già di snippet all'interno della ricerca;

E ovviamente, in tutti questi casi, dovrai utilizzare alcune delle parole chiave che hai ricercato e organizzato.

5. Immagini

Anche le immagini vengono indicizzate (personalmente ho scoperto tanti siti tramite la ricerca immagini di Google) il che significa che sono un buon posto dove potere utilizzare le parole chiave. Idealmente, per le immagini dovresti ottimizzare:

  • Nome del file, includendo una parola chiave descrittiva ove appropriato;
  • Alt text, che descrive l'immagine e aiuta con l'accessibilità;
  • Didascalia, se ne usi una;

6. URL

Il tuo URL o Permalink può aiutare indicando alle persone e Google l'argomento trattato dalla pagina, quindi l'url rimane un buon posto per includere le parole chiave. Ma evita di riempire di parole chiave il tuo URL e rendilo invece descrittivo per gli utenti e il motore di ricerca, come in questo esempio:

Url

7. Anchor text

Gli anchor text sono spesso utilizzati per fornire informazioni sulla destinazione del link e per aiutare gli utenti a capire dove verranno reindirizzati dopo avere cliccato.

Sono quella parte di testo che appare in un link. Quando si crea un link, si può scegliere il testo che verrà visualizzato. Ad esempio, se vuoi creare un link a un sito web che parla di gatti, il testo del link potrebbe essere "Informazioni sui gatti", e quando l'utente farà clic su questo link, verrà reindirizzato al sito web che parla effettivamente di gatti.

La cosa importante da sapere sull'utilizzo delle parole chiave per gli anchor text è che dovresti utilizzarle sia per i link interni che per quelli in entrata.

CAPITOLO 9

La Local SEO

Fino ad ora, ci siamo concentrati sull'ottimizzazione SEO di un sito all’interno dei risultati di ricerca. Ma se gestisci un'attività locale, Google ti offre la possibilità di posizionarti nella tua zona e mostrarla ai potenziali clienti che sono alla ricerca del prodotto o servizio che offri. Questa attività è definita local SEO (SEO locale).

La Local SEO è una strategia di ottimizzazione dei motori di ricerca che mira a migliorare la visibilità di un'attività locale nei risultati di ricerca geolocalizzati. In altre parole, si tratta di un insieme di tecniche che permettono di ottenere una maggiore visibilità nei risultati di ricerca locali, come ad esempio "ristorante a Firenze" o "negozio di scarpe a Napoli".

La Local SEO è particolarmente importante per le piccole imprese locali
, in quanto permette loro di competere a livello locale con aziende più grandi. Inoltre, è molto utile anche per le aziende che hanno una presenza fisica, come ad esempio negozi, ristoranti, studi medici e così via.

Ci sono diverse tecniche che è possibile utilizzare per ottimizzare la propria attività per la Local SEO. Ecco alcuni esempi:

  • Includere le parole chiave locali nei contenuti del sito web: ad esempio, se si gestisce un ristorante a Firenze, è importante includere le parole chiave "ristorante a Firenze" o "cucina fiorentina" nei contenuti del sito.
  • Aggiungere la propria attività a Google My Business: questo strumento gratuito di Google permette di aggiungere informazioni sulla propria attività, come ad esempio indirizzo, numero di telefono e orari di apertura, e di comparire nei risultati di ricerca locali.
  • Ottimizzare le immagini e i video per la Local SEO: le immagini e i video possono aiutare a rafforzare il posizionamento della propria attività nei risultati di ricerca locali, quindi è importante includere parole chiave locali nei titoli e nei tag delle immagini e dei video.
  • Chiedere recensioni e valutazioni: le recensioni e le valutazioni degli utenti possono aiutare a migliorare il posizionamento nei risultati di ricerca locali, quindi è importante incoraggiare i clienti a lasciare recensioni sulla propria attività.
  • Fare link building locale: la link building locale consiste nell'ottenere link da siti web locali, ad esempio da siti di notizie o associazioni locali. Questo può aiutare a migliorare il posizionamento.

Hai bisogno di aiuto per la tua attività locale? Scopri i miei servizi dedicati alla Local SEO e richiedi una consulenza!

CAPITOLO 10

Come monitorare i risultati della SEO

Ok ci siamo, hai apportato tutte le ottimizzazioni SEO al tuo sito e hai iniziato l'attività di content marketing scrivendo fantastici contenuti. Adesso ti starai chiedendo "come faccio a monitorare i risultati della SEO?"

Monitorare i risultati della SEO significa tenere traccia dei dati che riguardano il traffico, il coinvolgimento degli utenti e i backlink che si ricevono. E sebbene la maggior parte delle aziende sviluppa i propri set di KPI (key performance indicator), ecco quali sono i più comuni che dovresti monitorare:

Posizione in classifica delle parole chiave:

Avere un'idea approssimativa di dove si posiziona il tuo sito per i termini principali può essere un utile indicatore dello stato della SEO del tuo sito. Un elevato posizionamento all'interno di una gamma di parole chiave è un forte indicatore della visibilità nella ricerca organica.

Ma attenzione, questo non significa che devi essere ossessionato dalle classifiche per ogni singolo termine, ricorda: il tuo obiettivo finale è generare traffico più pertinente che converta i visitatori in clienti: se vendi consulenze SEO, è più importante classificarti per "Consulente SEO" o delineare ed eseguire una strategia SEO che ti aiuti a vendere più consulenze nel modo più conveniente possibile?

In questo caso, utilizzare la metodologia dell'Inbound Marketing si conferma un ottimo alleato per la generazione di nuovi lead.

Traffico organico:

Il traffico organico è uno dei migliori indicatori delle tue attività SEO . Osservando il traffico organico, puoi controllare il volume effettivo di visitatori che arrivano sul tuo sito e quali pagine visitano.

Puoi misurare il traffico organico con diversi strumenti di analisi, ma poiché è gratuito ed è il più utilizzato, ti consiglio Google Analytics. Per un rapido controllo, puoi semplicemente guardare la sezione "istantanea report" dalla dashboard di Google Analytics.

Lead e vendite organiche:

Ovviamente l'indicatore principale per misurare i risultati dell'ottimizzazione SEO dovrebbe essere quello relativo al numero di lead, vendite e profitti.

Anche in questo caso, il modo più semplice per monitorare questi obiettivi è attraverso Google Analytics. Puoi utilizzare i report per esaminare il traffico organico e gli obiettivi per diverse pagine di destinazione, il che significa che puoi analizzare in modo specifico gli utenti che convertono maggiormente tra coloro che arrivano sul tuo sito da una ricerca organica piuttosto che da pubblicità a pagamento (PCC) o da un altro canale di marketing.

Questo metodo sembra piuttosto semplice e generalmente per la maggior parte delle aziende è un buon modo per misurare l'efficacia della SEO, ma ancora una volta ci sono alcune cose da tenere a mente quando si analizzano i dati:

  • L'analisi basata sul web non è mai precisa. Se stai passando dal marketing tradizionale come cartelloni pubblicitari o annunci sui giornali, al digital marketing, probabilmente rimarrai impressionato dal volume e dalla precisione dei dati a tua disposizione, ma spesso possono esserci diversi problemi di tracciamento che potrebbero rendere imprecisi i dati che stai esaminando.
  • Il tuo sistema potrebbe avere problemi nel tracciamento. Se disponi di un sistema di back-end che per qualche motivo non riesci a collegare ad Analytics, potresti avere delle lacune tra ciò che stai monitorando e le vendite effettive.
  • Utilizzare metriche di attribuzione e di life-time value e capire come attribuire le vendite effettuate ai diversi canali di marketing può essere complicato.
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